Il nuovo Segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti non è riuscito a convincere Emma Bonino, leader di “Più Europa”, ad andare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 26 maggio con una lista comune. Si andrà al voto separatamente. E’ anche lo spirito della legge elettorale che prevede una ripartizione dei seggi in modo proporzionale. Quindi, perché allearsi e perché rinunciare al proprio simbolo?
Dopo l’exploit alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, gli europeisti “radicali” tentano di scalare anche il Parlamento Europeo. L’anno scorso “Più Europa” raccolse in Italia solo 836 mila voti (2.5 per cento), però all’estero ben 64.300 voti (5,7%) in tutte e quattro le ripartizioni. In Europa conquista un seggio con 50.466 voti (l’8,28 per cento), in America Meridionale 4 mila voti (1%), in America Settentrionale 5.300 voti (5,64%) e in Oceania 4.300 voti (7,2%.).
La campagna per le europee di “Più Europa” inizia nel luogo simbolo dell’Unione europea: Bruxelles. Appuntamento mercoledì 20 marzo alle ore 18 presso il partito liberale belga MR – Mouvement Réformateur in Avenue de la Toison d’Or 84. All’evento “Ci vuole Più Europa: verso le elezioni europee” interverranno Emma Bonino, senatrice di Più Europa, Benedetto Della Vedova, Segretario di “Più Europa”, e Alessandro Fusacchia, deputato eletto per “Più Europa” nella circoscrizione estero-Europa alle politiche del 2018.
È prevista la partecipazione di alcuni gruppi esteri di “Più Europa” (Londra, Amsterdam, Parigi, Berlino, Dublino e altri), in presenza o in collegamento, per un confronto sui temi chiave dell’agenda europea, in vista delle elezioni. In questo giro il contributo degli italiani residenti in Europa potrà essere minimo. Alle elezioni di cinque anni fa votarono solo 80 mila elettori, appena il 5,9 per cento, di oltre due milioni di cittadini italiani maggiorenni.