Domani l’Ue sfida i colossi del Web

NotebookA Bruxelles il Parlamento europeo vota la riforma della Direttiva sui diritti d’autore (copyright) bocciata a Strasburgo nel luglio scorso.

Oggi su Wikipedia se cliccate un link di un testo vi appare un annuncio. Lo avete visto? „Entra in azione, dì al Parlamento europeo di aggiornare la legge sui diritti d’autore“. Domani a Bruxelles per la seconda volta si apre la battaglia per la riforma del copyright.
Da una parte la tesi che „è in gioco la libertà di internet sostenuta dai colossi digitali come Google e Facebook che sarebbero costretti a controllare e pagare per il materiale pubblicato ancora coperto dai diritti d’autore, dall’altra giornalisti e autori sostenuti dalle industrie della musica, dei film e dell’informazione, che vedono il loro business minacciato dalle nuove tecnologie“. Quindi scontro tra „libertà totale“ e „censure“, tra „accesso gratuito ai link e accesso a pagamento“.
La direttiva (5 titoli e 24 articoli) è un atto giuridico della Unione europea che vincola gli Stati membri a raggiungere un certo obiettivo, senza stabilire esattamente come: sta ai singoli paesi recepire l’input nel proprio ordinamento giuridico, pena una multa per ciascuna violazione commessa.
L’articolo 11 introduce, infatti, una sorta di tassa sui link alle notizie in base al quale gli editori possono esigere il pagamento di diritti dalle piattaforme online o da quelle che condividono una notizia. L’articolo 13 della direttiva potrebbe „portare ad una sorta di censura preventiva, perché rende le piattaforme responsbili di eventuali violazioni del diritto di autore“.

Ora l’Europa vuole decidere. Ma all’Europarlamento c’è confusione e divisione non solo tra i partiti ma anche all’interno dei partiti. E‘ un argomento tanto controverso e apparentemente ostico per l’opinione pubblica del quale si è parlato poco sui media di tutti i Paesi dell’Unione europea.
I sostenitori della riforma vogliono garantire il rispetto del principio base del copyright: „ogni autore ha il pieno diritto sull’opera da lui creata e di vivere del proprio lavoro di giornalista, musicista, o creatore, anche nel mondo digitale”. Nella sola Europa l’industria culturale e creativa vale 536 miliardi di euro e dà lavoro a circa dodici milioni di persone. I sostenitori della libertà totale ribattono affermando che “non è tollerabile che si metta a repentaglio la libertà di espressione su Internet, cercando di imbavagliare la rete con norme che rischiano di essere anacronistiche”.
Il copyright è il diritto d’autore, l’istituto che tutela i frutti della proprietà intellettuale. In questo caso se ne parla soprattutto per i suoi risvolti commerciali (licenze, contenuti a pagamento etc.). La legge sul diritto d’autore dell’Unione europea è nata come tentativo di armonizzare le norme degli Stati membri dell’UE. L’ultima direttiva europea risale al 2001.
Addirittura i primi tentativi risalgono al 1886 con la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche. I diritti degli autori sono tutelati fino a 70 anni dopo la morte degli stessi.