In un importantissimo esercizio di democrazia partecipativa, l’ex Segretario Generale del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), Michele Schiavone (RIP), l’11 marzo 2024 invitò tutti i presidenti dei Com.It.Es nel mondo ad inviare (entro un mese) idee ed osservazioni sulla proposta di articolato di riforma della Legge 23 ottobre 2003, n. 286, la legge italiana relativa alla disciplina dei Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es).
Il 12 marzo, non appena ne sono venuto a conoscenza (non da parte dell’esecutivo del nostro Com.It.Es, ma da un altro) ho subito richiesto al Presidente Curelli di “creare rapidamente una commissione ad hoc per lavorarci in forma trasparente e democratica e far arrivare il prima possibile le nostre considerazioni alla segreteria CGIE”; purtroppo a quella richiesta, come a molte altre, la risposta fu solo il silenzio.
LA PROPOSTA DI RIFORMA
E così, come consiglieri del Com.It.Es Cile, Davide Piacenti ed io ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo letto la proposta, abbiamo chiesto considerazioni ad altri italiani della nuova mobilità in Cile ed abbiamo mandato le nostre osservazioni. Il 20 settembre 2024 riceviamo dal rappresentante CGIE Nello Gargiulo il testo della proposta finalmente approvato dall’assemblea generale del CGIE il 20 giugno 2024.
In generale non ci sono grandi modifiche rispetto alla Legge attuale, ma in questo articolo voglio sottolinearne qualcuna interessante. Si propone il Com.It.Es come “difensore civico delle comunità verso le autorità italiane e, in collaborazione con le rappresentanze diplomatico-consolari, verso le autorità locali”. In questo senso, come da noi commentato alla segreteria del CGIE, sarebbe importante che tutti i Com.It.Es si costituissero legalmente secondo le leggi locali. Qui in Cile, non è mai stato fatto, con le conseguenze che questo può avere.
Inoltre, il testo propone che i Com.It.Es siano l’antenna del sistema Italia sul territorio, “centro di informazione, contatto e sostegno delle nuove emigrazioni e nuove mobilità, anche quelle domiciliate temporaneamente all’estero, e promuove l’associazionismo locale”. Punti importantissimi, specialmente il sostegno alla nuova mobilità (qui a dir poco scarso) e la promozione dell’associazionismo locale; in questo senso, a mio giudizio, c’è ancora molto da fare in Cile, un paese che sicuramente dà ancora le spalle alle associazioni, alle cooperative, agli esercizi partecipativi ed orizzontali, il sale delle vere democrazie.
L’ARTICOLO 6: SEDUTE DEL COMITES
Ma i punti più interessanti per noi, e sui quali le nostre proposte coincidono molto, sono relativi al nuovo articolo 6 della proposta (“Sedute del Comitato”). Purtroppo nel Com.It.Es Cile non siamo mai riusciti a costruire una dinamica partecipativa e trasparente nelle sedute, e la proposta del CGIE, a mio giudizio, fa proprio della trasparenza un pilastro fondamentale.
“Le sedute del Comitato si tengono in italiano e possono svolgersi anche con modalità telematiche idonee ad assicurare la pubblicità dei lavori”, dice il testo. Non c’è solo il riferimento alla lingua, ma anche ai lavori online che, per garantire la partecipazione, sono indispensabili. Ma la proposta va oltre: “Il Comitato può autorizzare la trasmissione dei suoi lavori in diretta anche con traduzione simultanea”. Da sempre, Davide Piacenti ed io, gli unici due consiglieri della Lista 2 (rispetto ai dieci della Lista 1, e per poco unica), abbiamo detto che è urgente fare le riunioni online e in diretta, così come altri Com.It.Es nel mondo fanno, senza problemi, per esempio via FacebookLive (rete sociale dove, inoltre, si possono lasciare online tutte le sedute, disponibili così per tutti i cittadini, in qualsiasi momento). Ed invece, qui in Cile, i membri della Lista 1 non sono d’accordo, ed hanno deciso addirittura che nessuno ha il diritto di ricevere le registrazioni delle sedute, né i consiglieri di oppozione, né qualsiasi altro cittadino italiano in Cile. Pochissima trasparenza quindi.
LA TRASPARENZA
La proposta del CGIE, in un certo senso, ci dà ragione su questo importantissimo punto, così come sulla necessitá di pubblicare agilmente i verbali una volta approvati: “I verbali delle sedute del Comitato, una volta approvati, devono essere pubblicati sui portali telematici entro trenta giorni”, considerando inoltre che il “Consolato di riferimento è tenuto a pubblicare, nel proprio portale, in un’area dedicata all’attività del Comitato, ogni informazione di pubblico interesse sulle attività del Comitato, tra cui, obbligatoriamente: la lista dei suoi componenti, con le statistiche riferite alla loro partecipazione alle sedute; i resoconti delle sedute; i bilanci; le relazioni annuali; i progetti e i finanziamenti approvati ed erogati”. Trasparenza.
Che ci siano moltissime cose da migliorare nei Com.It.Es, non ci sono dubbi. Che la proposta elaborata dal CGIE, con i contributi ricevuti sicuramente da molti comitati nel mondo, risponda ad alcune di queste, non ci sono dubbi. Anche se per la sua approvazione nell’ordinamento normativo italiano ci sono altri passi da fare, mi sembra che questo sia un passo in avanti.
Speriamo veramente che i Com.It.Es in tutto il mondo diventino sempre piú trasparenti e partecipativi, che stiano al passo coi tempi e diventino veramente difensori civici, organi di sostegno alle nuove emigrazioni italiane nel mondo, promuovendo il loro associazionismo.
Marco Coscione, consigliere Com.It.Es Cile