Coronavirus, patente d’immunità: cos’è?

patente_immunitaLe autorità politiche e la comunità scientifica internazionale hanno preso atto che la battaglia contro il coronavirus sarà lunga e per il vaccino ci vorranno molti mesi.  Ora si punta al test sierologico per verificare la forza di resistenza del sistema immunitario delle persone. Ma sono affidabili?

Non si può aspettare il vaccino restando fermi. Occorre reagire per tornare alla quasi normalità. Insieme ai dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti) che via via vengono imposti in tutti i Paesi, si punta al test sierologico. La Svizzera ha annunciato che inizierà a fine aprile, in Italia la Lombardia ha programmato l’avvio il 21 aprile e già numerosi laboratori privati pubblicizzano la disponibilità a test rapidi. Ma il governo frena: funzionano? sono affidabili?

Applicati al coronavirus, i test assumeranno importanza sempre più rilevante nella pianificazione del post lock-down. A differenza dei tamponi, che servono per scoprire la presenza del coronavirus all’interno delle mucose respiratorie, i test sierologici servono ad individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus.

Attraverso i test sierologici è possibile verificare anticorpi prodotti dal sistema immunitario della persona in risposta al virus. Sono di due tipi: quelli rapidi e quelli quantitativi.

I primi, attraverso una goccia di sangue, stabiliscono se la persona ha prodotto anticorpi nel contatto con il virus; i secondi, dove serve un prelievo, dosano in maniera specifica le quantità di anticorpi prodotti.

Conoscere la presenza di questi anticorpi è utile per molte ragioni: raccontano la malattia e consentono di sapere quante persone hanno realmente incontrato il virus.

Attenzione però a pensare che tutti i test sierologici siano uguali. Ciò che conta, in ottica delle prossime fasi di gestione della pandemia, è l’affidabilità di questi esami.

Test con molti falsi positivi rischierebbero di dare il via libera con una sorta di patente d’immunità a persone che in realtà non hanno mai contratto il virus.  Occhio, allora!