Coronavirus, in Svizzera è tracollo del turismo!

Erik_JakobIl Consiglio federale ha stanziato oltre 60 miliardi di franchi per arginare le conseguenze economiche della propagazione del coronavirus. Il settore tra i più colpiti è il turismo: una vera e propria emorragia della domanda, calata dell'80-95%. Nella foto il direttore della Segreteria di Stato dell’Economia Erik Jakob.

In Svizzera cosa succederà nei settori del turismo e della gastronomia? Al momento nessuno lo sa. Si parla di una lieve riapertura dall’8 giugno, ma alla conferenza stampa del 20 aprile, il capo della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), Erik Jakob, non ha esposto un piano preciso e ha detto con amarezza e decisione: «Il settore del turismo è in seria difficoltà».

Per la Svizzera il turismo è un settore strategico. Nel 2019 l’industria alberghiera elvetica ha vissuto l’anno migliore di sempre, stabilendo un nuovo record a quota 39,6 milioni di pernottamenti, dei quali 21,6 milioni erano attribuibili a viaggiatori provenienti dall’estero.

Il turismo, in modo particolare alberghiero e ristorazione, ha subito una vera e propria emorragia della domanda, calata dell’80-95%. Per quest’anno, la Seco calcola una diminuzione del fatturato fino al 35% e poi un lenta ripresa nella seconda metà dell’anno in corso, che dipenderà dalla riapertura delle strutture. Tuttavia, una normalizzazione è attesa non prima del 2022. Per il breve periodo bisognerà quindi promuovere soprattutto il turismo domestico. 

A più lungo termine, sono previsti altri strumenti per sostenere il settore del turismo. Svizzera Turismo, per esempio, ha chiesto un credito aggiuntivo di 40 milioni di franchi per promuovere la piazza turistica elvetica: si tratterà di stimolare la domanda, anche quella interna.

Per ora però bisogna evitare i fallimenti. Come? Dilazione del pagamento dell’IVA, dei contributi sociali e accordi facilitati con le banche.