Le misure immediate che ha assunto il governo svizzero per fronteggiare la crisi economica dovuta all’emergenza coronavirus vanno incontro alle aziende, ai lavoratori e agli autonomi.
Nella sua seduta del 3 aprile il Consiglio federale ha incrementato il programma di fideiussione a sostegno delle piccole e medie imprese da 20 a 40 miliardi di franchi. Un boccata di ossigeno importante per questo settore che non gode di grandi liquidità come le grandi aziende.
Con il prolungamento da 3 a 6 mesi della durata del lavoro ridotto oltre 60 mila aziende hanno già inoltrato una domanda per un totale di oltre 757’000 collaboratori, ossia quasi il 15% della manodopera attiva a livello nazionale. Nel canton Ticino tale quota è del 40%.
Proprio nella Svizzera italiana, dove lavorano circa 80 mila frontalieri italiani, seimila di essi hanno perso lavoro e reddito. Sono prevalentemente lavoratori stagionali del settore turistico. Per loro il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha chiesto al governo italiano un reddito di emergenza.
Per agevolare i disoccupati in Svizzera è permessa la rinuncia all’obbligo per i disoccupati di inoltrare le prove delle ricerche di lavoro effettuate. E per evitare l’esaurimento del diritto alla disoccupazione sono previste 120 indennità giornaliere supplementari.
Per il Consiglio federale si tratta di un piano d’azione che permette di garantire i salari ed evitare casi di insolvenza per mancanza di liquidità.
Ma un ritorno alla normalità già dopo il prossimo 19 aprile, scadenza fissata per l’attuazione delle misure di contenimento dell’epidemia, è impensabile.