Consolati italiani, “passaportifici” impotenti!

L’attività dei consolati italiani nel mondo è sempre più incentrata sui documenti di viaggio e la registrazione Aire. In Svizzera nell’ultimo resoconto diramato dall’Ambasciata d’Italia in Berna nel 2022 sono stati rilasciati 48 mila documenti di viaggio ed eseguiti 100 mila registrazioni Aire.

È vero che i Consolati italiani lavorano a rilento? Le pratiche vengono evase in ritardo? Le lamentele iniziano a diffondersi tra la comunità italiana in Svizzera. Vediamo nel complesso quali sono i servizi più richiesti.

Nel 2022 sono stati rilasciati 48 mila documenti di viaggio dalle sedi consolari di Zurigo, Ginevra, Basilea, Lugano e Berna. Precisamente 18 mila carte d’identità elettroniche e 30 mila passaporti. Oltre ai passaporti i servizi consolari sono in prevalenza caratterizzati dalle registrazioni all’Anagrafe italiani residenti all’estero (Aire) e dagli atti di stato civile (nascite, matrimoni, unioni civili e decessi).  

La media mensile di circa 4 mila documenti di viaggio rilasciati corrisponde a quella di una questura italiana di una provincia media. Ad esempio, la questura della provincia di Monza, dove vivono quasi 900 mila abitanti, ha rilasciato 48 mila passaporti nel 2023.

AUMENTO RICHIESTA RILASCIO PASSAPORTI
Ovunque si registra una crescita impressionante di rilasci di passaporti e carte d’identità che va dal 20% al 50% in più rispetto all’anno precedente, sia nelle questure italiane sia nelle sedi consolari italiane all’estero.  

Il rilascio di documenti di viaggio è quindi il servizio più richiesto. È in questo settore che occorre intervenire, soprattutto nelle sedi consolari estere.

In Svizzera il problema è ancora più grande e appare irrisolvibile. Per una pratica di rilascio del passaporto occorre dai quattro ai sei mesi. Decisamente troppo. Chi non avvia la procedura almeno sei mesi prima, rischia di ritrovarsi senza documento di viaggio valido, anche se con la carta d’identità si può viaggiare in molti paesi esteri. 

PERCHÈ MANCA IL PERSONALE IN SVIZZERA
Perché questo? Manca il personale! Alla Farnesina i funzionari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale disertano i bandi per recarsi a lavorare nei sedi consolari italiane in Svizzera, perché il valore dello scambio euro-franco li sfavorisce. Lo stipendio italiano in euro non è ritenuto adeguato per vivere in Svizzera. Ecco allora che i funzionari della Farnesina preferiscono altre missioni consolari all’estero.

Cosa fare? Al momento i dirigenti consolari possono efficientare la macchina burocratica, ma non basta! Solo con la partecipazione attiva dei cittadini italiani si potrà parzialmente fronteggiare l’emergenza in attesa di vedere crescere il numero dei funzionari impiegati nei consolati.

Ad esempio avviare la procedura del rilascio del documento 6 mesi prima e comunicare il cambio di residenza. Su questi due fronti è iniziata la campagna di sensibilizzazione delle autorità consolari e diplomatiche che operano in Svizzera.