“Con Rex è nata la mia passione per i cani”

dogQuando un cane fa un "dispetto" nel 90% dei casi si tratta di un "segnale di stress".

Come gestire il proprio cane e come costruire una fiducia reciproca? Alla base di tutto c’è la comunicazione per affermare benessere e felicità!

Quando mi chiedono come è nata la mia passione per il mondo della cinofilia non posso fare a meno di sorridere, perché la causa si può imputare soltanto alla vecchia serie televisiva REX, non capendo la finzione della fiction mi immaginavo un cane che non necessitava di essere condotto, non perdeva peli e non faceva i bisogni. Quindi il mio primo cane non poteva che essere un pastore tedesco. Dire che fu amore a prima vista sarebbe riduttivo, in poche settimane si creò un legame quasi morboso tra il me, ancora adolescente, e questo cane che diventò mio fratello in tutto e per tutto.

Eravamo felici. Oggi direi che “non erano presenti segnali di stress”, ma iniziando a dare una mano in una toeletta vicino casa il pomeriggio, mi resi conto che la situazione non era sempre così rosea per tutti, a differenza di come la immaginavo io, anzi molti avevano ormai rinunciato all’idea di una convivenza felice con il proprio cane e si erano preclusi una vita di dispetti e rimproveri. Dovete sapere che con il toelettatore, in quelle due orette passate insieme, ci si confida come con il parrucchiere, e spesso si finiva solo col lamentarsi dell’ultima marachella combinata. Ricordate i “segnali di stress”? Ecco quando un cane fa un “dispetto” nel 90% dei casi si tratta di un “segnale di stress”.

Non capivo ancora bene le dinamiche, sono sincero, ma volevo lavorare con i cani, poco mi importava del resto. Iniziando ad affermarmi mi fu data la possibilità di gestire la struttura che fungeva da pensione del mio datore di lavoro. Avendo la possibilità di relazionarmi da solo con i cani, senza i padroni, iniziai davvero a capire l’enorme divario tra noi e loro, e quanto loro sopportino con solerte impegno il nostro frenetico stile di vita cittadino. Sembravano felici, esattamente come era felice il mio quando era libero di fare il cane in qualche bosco.

Questo pensiero mi attanaglia da allora, i cani felici, come? Cos’è la felicità per un cane? Come coniugare la felicità del cane con le regole e la frenesia di una società che non capisce del tutto? Pochi in realtà sono riusciti a rispondere fermamente a queste domande, perlomeno non senza lasciare altre enormi lacune. Semplicemente perché ogni cane sembra felice quando scodinzola alla vista del padrone, ed in effetti è così: nel loro organismo viene rilasciata la stessa sostanza che viene rilasciata nel nostro quando siamo in compagnia della persona amata. Però non si vive solo d’amore, soprattutto quando c’è da fare i conti quotidianamente con qualche spiacevole sorpresina che potrebbe essere il paio di scarpe mangiucchiate, il vaso rovesciato o qualche bisognino lasciato come ricordo.

La ricerca giusta deve essere quella del benessere. Ho insistito, tanto, ho assillato professionisti e ho frequentato corsi dove avrei potuto insegnare io per capire alla fine che “un metodo” non esiste, ogni cane è un esemplare unico e come tale va trattato. Ovviamente ci sono delle “linee guida” e dei comportamenti consolidati ormai considerati controproducenti. Nonostante oggi in tanti, più di quelli che erano un decennio fa, abbiano un cane, ancora troppo pochi hanno una vera dimestichezza nel gestire il cane e davvero pochi sono i casi dove esiste una vera fiducia reciproca.

Fiducia che va conquistata, proprio come con un amico, iniziando innanzitutto a lavorare sulla comunicazione, andando incontro agli enormi sforzi che il nostro cane fa per comprenderci e farsi comprendere, ed è qui che spesso il mio aiuto diventa determinante per scuotere la routine che ha portato a tanti problemi.

Con semplici esercizi e tanto gioco si può trovare una nuova complicità degna di essere definita SERENA.

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