Cosa rappresenta per te la musica? Come e quando ti ci sei avvicinato?
È una forma di comunicazione fondamentale per far capire chi sono, anzi, è quando faccio musica che sono me stesso. Da quando sono bambino canto, prima era per gioco, ora anche.
Nel tuo nuovo progetto cosa vuoi comunicare al pubblico?
“Sincero” è il mio ultimo lavoro che però non è un punto d’arrivo ma un inizio. Partire dall’essere totalmente onesti, o per lo meno provarci, mentre si fa musica. Questo è il senso. In questo Ep ci sono quattro canzoni. L’ho voluto così, con lontani innesti elettronici, nudo e senza maschere, imperfette e senza filtri. Non abbiamo bisogno di filtri che ci rendono più belli, tutti siamo belli per come siamo.
Quali sono le tue 3 canzoni preferite, all time, del Festival di Sanremo?
Sicuramente ti dico “Nel blu dipinto di blu”, ma quanto spaccava Modugno con quelle braccia aperte sul palco mentre cantava? Poi “Vita spericolata” di Vasco, non c’è bisogno neanche di commentarla. E poi “Gianna” del mitico Rino Gaetano, che pezzo libero…
Come si potrebbe rilanciare il mercato discografico della musica?
Non sta a me dirlo, io penso a fare il mio finché ne avrò voglia e anche finché non mi faranno passare la voglia.
Quale sarebbe per te il più grande successo?
La felicità in questa vita, e non c’è musica o classifica che valga di più. Quando sei felice non ti manca niente e la vita stessa ti canta come la canzone più bella di tutte.