“9 ore” è una ballad intimista dove gli elementi del cantautorato più classico come voce e chitarra acustica, si sposano con il piano e le tastiere di Francesco Bellani (già con Calcutta, I Cani, Giorgio Poi tra gli altri) che dialogano con la chitarra elettrica di Rastablanco (Radici nel Cemento).
La voce e il respiro enfatizzano l’atmosfera del tutto personale creata dall’artista, che già dal titolo vuole esprimere lo spirito di tutta la canzone. “9 ore”, infatti, è il tempo di visibilità della Luna dalla Terra il giorno esatto dell’anno in cui nasce, questa scelta quindi richiama gli affetti che iniziano col primo respiro e durano poi per tutta la vita. “9 ore” diventa così il pensiero di una sera, poche parole per una lettera sospesa prima di essere spedita.
“Quando ho scritto questo brano -commenta l’artista- ero nel pieno dell’ascolto dei Pink Floyd, e mandavo a ripetizione quella ballad monumentale che è “Mother”. C’era appena stata la mostra a loro dedicata che avevo visitato con Rastablanco ed in quell’occasione gli avevo parlato di una mia nuova canzone. Così ci siamo ritrovati in studio a registrarla e ogni nota era un’esclamazione “Hey you!”, i nostri piccoli pezzi di vita, delusioni e speranze, si stavano facendo sentire”.
La cristallina semplicità del cantautorato folk si mescola a sonorità intense, dove un arrangiamento dalle tinte delicate accoglie le parole che scorrono morbide tra la Terra, il cielo e la Luna.
Il singolo anticipa il primo album “Come l’uomo della Luna”, in uscita il prossimo 26 febbraio.