Questa volta non sono i soliti scienziati pessimisti a lanciare l’allarme sui cambiamenti climatici. L’annuncio arriva dai ricercatori del Politecnico di Zurigo: nel 2050 il clima di Roma sarà come quello di una città turca, Stoccolma avrà quello di Budapest e Parigi sarà come Canberra, in Australia.
Sono le previsioni sulla base dello scenario più ottimistico del riscaldamento globale. In Svizzera si produrranno gli agrumi, gli olandesi i vini, gli inglesi l’olio di oliva. A Milano, si pensa che la temperatura potrà essere di sette gradi superiore a quella attuale.
E nelle città tropicali, pur se la media del clima resta quella attuale, si prevedono lunghissime siccità alternate a piogge estreme e inondazioni.
Ma non dobbiamo aspettare ancora trent’anni per vedere gli effetti di un disastro annunciato. Il cambiamento climatico è una realtà e sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia umana.
La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale.
Non illudiamoci se in questi giorni la temperatura è rientrata nelle medie stagionali, dalla prossima settimana torna il caldo africano.