L’autostrada A 24, Teramo-Roma, rischia di perdere un troncone fondamentale per l’economia della provincia di Teramo e per l’Abruzzo. La società di gestione Strada dei Parchi accusata di non aver condotto interventi necessari per mettere in sicurezza il tunnel, ha deciso di chiuderlo perché i costi da sostenere sono immensi (160 milioni di lavori) e spetterebbero al proprietario (lo stato).
Due anni fa, nel maggio del 2017, per tre giorni una parte dell’Abruzzo rimase senz’acqua per la disposizione cautelativa emessa dall’Asl di Teramo per aver rilevato sostanze inquinanti nelle acque che arrivano nelle case di 700 mila abruzzesi attraverso il sistema idrico.
Partì un’inchiesta della procura di Teramo che si è conclusa portando alla richiesta di lavori di impermeabilizzazione delle falde acquifere sotto il tunnel.
Il traffico autostradale che circola nei due tunnel dell’A24 per quasi 11 km e gli esperimenti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare avrebbero contaminato le acque del sotterraneo.
Come mai è successo? Le costruzioni del traforo e dell’Istituto furono fatte proprio nel bacino acquifero del massiccio del Gran Sasso, vero cuore di un parco naturale. Una riserva d’acqua tra le maggiori d’Italia. I lavori causarono un abbassamento delle sorgenti e una massa d’acqua in deflusso che si è incanalata verso gli acquedotti.
Quali saranno le alternative per il collegamento Teramo-Roma? Il passo delle Capannelle, vera scalata sulla cima del Gran Sasso, o l’autostrada A 25 Roma-Pescara per poi risalire per la A 14 verso Ancona. Insomma, oltre due ore di viaggio in più per la chiusura di 11 km di traforo.
Se non ci saranno rassicurazioni da parte del governo italiano di intervenire sostenendo i costi, a mezzanotte del 19 maggio il traforo sarà chiuso a tempo indeterminato.