CGIL: 5 Sì per la dignità delle persone!

La CGIL ha deciso di promuovere questi referendum perché rappresentano un segnale forte contro una deriva che non riguarda solo l’Italia, ma che si sta diffondendo ovunque in Europa. Intervista con Francesco Miceli, Patronato INCA Svizzera.

Perché la CGIL ha scelto di promuovere e sostenere i 4 referendum sul lavoro e, in Svizzera, aderire subito al Comitato svizzero per il Sì?
Conosco la precarietà del lavoro e l’internazionalizzazione della precarietà. So cosa significa arrivare e ripartire da un Paese senza diritti, essere sfruttati, sentirsi invisibili. È proprio per questo che la mia decisione di fare parte del comitato promotore e sostenere questi referendum nasce da una scelta profonda: dare voce a chi voce non ha.

La CGIL ha scelto di essere promotrice di questi referendum perché rappresentano un segnale forte contro una deriva che non riguarda solo l’Italia, ma che si sta diffondendo ovunque: i diritti dei lavoratori si stanno erodendo, le tutele diminuiscono, e chi lavora si trova sempre più solo. Il nostro sostegno, anche qui in Svizzera, nasce dalla consapevolezza che i diritti non hanno confini: ciò che accade ai lavoratori in Italia è lo specchio di ciò che accade in tanti altri Paesi. Non siamo noi responsabili di questo cambiamento, ma siamo chiamati a reagire. È nostro dovere dire basta a un sistema che produce precarietà, sfruttamento e insicurezza. Le morti sul lavoro sono una tragedia umana: solo in Italia muoiono in media tre persone al giorno. Immaginiamo cosa accade nel resto d’Europa.

In che modo questi referendum coinvolgono le italiane e gli italiani all’estero?
Italiane e italiani all’estero conoscono bene cosa significa vivere l’insicurezza del lavoro: molti sono partiti proprio per sfuggire a un mercato che non garantiva più futuro. Oggi questi quesiti referendari parlano direttamente anche a loro: chiedono più tutele, più stabilità, più diritti. E toccano anche il tema della cittadinanza, che riguarda migliaia di famiglie italiane nel mondo.

Ma soprattutto, parlano a una comunità più ampia: i lavoratori percepiscono, ovunque si trovino, che il loro ruolo viene svalutato, che i loro diritti vengono messi in discussione. Questa possibilità è una svolta storica: il coinvolgimento e la possibilità di avere uno strumento diretto, come il referendum, per cambiare le cose è un’occasione preziosa. Questa è la volta buona per contare, incidere, cambiare subito, dare una svolta. Se vuoi cambiare, bisogna votare. E bisogna votare SÌ.

Qual è il significato politico dei 5 referendum e perché è importante votare 5 volte SÌ?
Il significato politico è enorme. Non si tratta solo di modifiche tecniche, ma di un segnale chiaro contro una società che ha accettato livelli inaccettabili di sfruttamento e insicurezza. Votare 5 volte SÌ significa dire basta. Significa rifiutare un modello che ha smesso di tutelare chi lavora e chiedere un cambiamento radicale. Non è solo una battaglia sindacale: è una battaglia per la dignità, per la sicurezza, per il rispetto delle persone. È una battaglia per dire che il lavoro non può e non deve uccidere.

A chi non avesse ricevuto il plico elettorale dal consolato: i consolati hanno messo a disposizione orari e giorni supplementari per chiedere il duplicato. Basta andare sul sito del consolato di riferimento, oppure visitare la pagina web del Comitato svizzero per il SÌ per trovare tutte le informazioni.