Dal 2018, ossia dall’entrata in vigore della revisione totale della legge federale sulla cittadinanza, la naturalizzazione ordinaria è divenuta più selettiva: è cioè significamene aumentata la quota di persone naturalizzate aventi un elevato livello di qualificazione e di reddito, a fronte di un netto calo di quelle poco qualificate e meno abbienti.
Nel periodo esaminato, compreso tra il 2018 e il 2021, circa un terzo delle persone naturalizzate in base al diritto previgente disponeva di un diploma universitario, mentre tra le naturalizzazioni secondo il nuovo diritto questa quota è salita a due terzi. Allo stesso tempo, la quota di persone che, dopo la scuola dell’obbligo, non ha seguito altre formazioni è invece diminuita, passando dal 23,8 all’8,5 per cento.
Per essere naturalizzate, le persone che hanno presentato domanda devono inoltre soddisfare i nuovi criteri di integrazione, tra cui rientrano un certo livello di conoscenze linguistiche e l’indipendenza economica.
Questo è quanto emerge dallo studio «Naturalizzazione ordinaria in Svizzera» realizzato su incarico della Commissione federale della migrazione CFM. Secondo lo studio, la selettività che emerge dall’analisi statistica dei dati è riconducibile sia a prescrizioni legali più restrittive sia ai margini di discrezionalità che la legge sulla cittadinanza concede ai Cantoni.
Lo studio mostra anche possibili soluzioni per rendere più inclusivo il sistema di naturalizzazione. Sono delineate delle strategie per dare una nuova veste al diritto sulla cittadinanza: si propone per esempio di ridurre tre a uno i livelli in cui si articola il sistema di naturalizzazione, di rendere la procedura più semplice, uniforme e trasparente per tutti e di garantire il diritto alla naturalizzazione a chi è nato e cresciuto in Svizzera.
Fonte: Commissione federale della migrazione (CFM)