Calcio italiano, creare le basi per i prossimi anni!

Oramai sono passati 18 lunghissimi anni bui, dall’ultimo mondiale vinto dalla nazionale italiana. Ciò che doveva essere un’occasione di rilancio, è stato un fallimento completo.

Anche se è stato vinto un europeo, l’Italia oramai non convince più. Tanti tornei mancati, tante eliminazioni pessime e anche l’ultimo approccio è stato un fallimento. Ma la colpa di chi è? Di certo non dei CT che hanno guidato le varie selezioni.

La gestione del calcio italiano, partendo dai signori che gestiscono CONI, FIGC e LEGA, è stata un fallimento totale. Non capendo l’evoluzione che il calcio ha preso, l’Italia si muove completamente all’opposto della tendenza che si dovrebbe seguire.

Inoltre, è da considerare che le società non sono per niente interessate a lanciare giovani ragazzi. Non abbiamo il coraggio di giocare con il ragazzino, perché si deve tutelare, ma tutelare da cosa? Il calcio è un’industria che toglie occasioni ai propri ragazzi e le offre ad altri.

Si vanno ad acquistare giovani talenti stranieri, per non puntare sul ragazzino made in Italy. Spontaneamente mi viene in mente Cesare Casadei. Ragazzo cresciuto nel vivaio del Cesena, passando all’Inter e oggi in proprietà del Chelsea.

In Italia neanche un debutto in serie A, ma 60 presenze in Primavera. Mentre in Inghilterra ha 37 partite in Championship (Serie B Inglese che è a livelli della Serie A Italiana), 11 presenze in Premier League (non abbiamo bisogno di presentarla) e 90 Minuti nella FA Cup. Classe 2003, peccato che non è stato neanche considerato per la selezione degli Azzurri.

In Spagna i ragazzini di 16 anni fanno prima i compiti per la scuola e poi giocano gli Europei 2024 da protagonisti. La nostra malattia è che non si va avanti per meritocrazia, ma soltanto per nome e “seniorilità”.

Forse perché chi gestisce il sistema è davvero lì solo per età avanzata e non è disposto a dare spazi a chi merita. Bisogna valorizzare i settori giovanili e fornire opportunità di crescita dei giovani italiani, solo così le società calcistiche italiane possono fare un mercato di plusvalenze sano, con un costo d’investimento basso. In questo modo i benefici li usufruisce anche la nazionale Italiana. In poche parole, se stiamo fallendo da 18 anni, falliamone ancora 5, ma creiamo la base per i prossimi 15.

Rocco Pagnotta | Match-Analyst & scout calcistico