Mio suocero, il Gin, e il succo di mango di Deborah Moggach, già autrice de Il Sogno dei Tulipani da cui è stato tratto un film, ha per protagonista Ravi Kapoor, dottore indiano che vive in Inghilterra con la moglie Pauline, cinquantenne agente di viaggi. In casa ospita suo suocero Norman, vecchio dissoluto e insopportabile.
Un giorno insieme a Sonny, suo cugino di Londra, ha un’idea geniale: aprire una casa di riposo in India, a Bangalore, per convincere Norman a trasferirvisi. In India vige la cultura e la tradizione inglese, nettamente in antitesi con quella indiana, che prevedeva tra l’altro una grande cura e un grande rispetto per gli anziani.
Lì, Norman incontrerà Muriel, una vecchietta razzista che va in India in cerca del figlio; Evelyn una vedova che vive nel passato e soffre di solitudine; Dorothy amante dei viaggi e ex giornalista della BBC; Madge la vedova allegra ben amalgamata alla vita di città, fervida organizzatrice di tornei di carte.
Sono tutte persone che sono state abbandonate dai loro affetti che devono trovare il coraggio di lasciare la cara “Inghilterra” per trasferirsi in un paese dove tutti sono gentili, educati ed ospitali. C’è chi è appassionato di cruciverba, c’è chi si prende cura dei gatti, c’è chi deve approcciarsi con una cultura diversa dalla propria, ma tutti trovano conforto nelle piccole cose.
Nel libro vengono raccontate le confidenze tra anziani in modo divertente e vengono descritti bene i rapporti interpersonali: i personaggi sono ben delineati e ogni capitolo nasconde una filosofia orientale. Alla fine tutti si riuniscono in India per Natale, sia i genitori sia i figli, si confrontano con l’idea della morte e della vecchiaia e trovano una nuova vita e una nuova casa. Consigliato a chi ama scoprire paesi stranieri ma anche a chi ha paura di viaggiare; a chi si sente vecchio e a chi è ancora giovane; a chi ama rapportarsi con culture diverse e a chi è diffidente.