È stato siglato il nuovo accordo italo-svizzero sulla tassazione dei lavoratori frontalieri che quotidianamente dall’Italia raggiungono la Svizzera per recarsi a lavorare.
Il primo accordo in vigore dal 27 marzo 1979 è stato ora riformato dopo lunghi anni di discussioni e polemiche tra i cantoni svizzeri di frontiera e l’Italia.
Reca la firma del Vice-ministro dell’Economia e della Finanze italiano Antonio Misiani e la Segretaria di Stato svizzera per le questioni finanziarie internazionali Daniela Stoffel. Nell’iter sono stati anche coinvolti sia i cantoni di frontiera svizzeri Ticino, Vallese e Grigioni sia le regioni Lombardia e Piemonte, sia i sindacati.
L’accordo dovrà essere ratificato dai Parlamenti di Svizzera e Italia e si pensa che potrà entrare in vigore nel gennaio 2023. Con l’intesa sottoscritta da Berna e Roma si introduce un diverso trattamento fiscale, durante il regime transitorio, tra vecchi e nuovi frontalieri.
Il nuovo testo contiene molti elementi. Oltre alla reciprocità dei trattamenti per i lavoratori italiani che si recano in Svizzera e quelli svizzeri che si recano in Italia, è previsto l’aumento delle tasse sui lavoratori italiani e aumenta il gettito svizzero.
I redditi degli italiani guadagnati oltre-confine saranno tassati per l’80% delle imposte dovute in Svizzera, si dovrà poi presentare la dichiarazione dei redditi in Italia. Viene quindi eliminato il regime che prevedeva una totale tassazione in Svizzera, con il conseguente versamento dei ristorni fiscali ai comuni di frontiera.
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