L’accordo disciplina il mutuo riconoscimento delle autorizzazioni italiane alla circolazione di prova e relative targhe da un lato e delle licenze svizzere di circolazione collettive e relative targhe professionali (di tipo “U”) dall’altro, facilitando così le attività del settore automobilistico nelle regioni di confine. Si potrà, ad esempio, guidare veicoli in prova nell’altro Stato o scegliere percorsi diretti anziché deviazioni.
Sarà permesso spostarsi sul territorio italiano con targa professionale svizzera per effettuare prove tecniche o dimostrazioni (ad es. per l’accertamento di anomalie o a fini di vendita) nonché per consegnare veicoli nuovi di fabbrica in un raggio di massimo 100 chilometri dalla frontiera.
Resta invece vietato l’uso dei certificati elvetici in parola e relative targhe per spostamenti a scopo personale, operazioni di soccorso stradale o recupero di veicoli in panne, noleggio, trasporto di persone o merci.
Se il titolare della licenza ovvero dell’autorizzazione non è presente nel mezzo, deve rilasciare una delega da conservare a bordo. Le limitazioni sono dovute alla normativa italiana, che disciplina in maniera molto restrittiva la circolazione di veicoli immatricolati con modalità non ordinarie. Continua inoltre a non essere consentita l’apposizione di targhe di prova italiane su mezzi stazionanti abitualmente in Svizzera, ad esempio ai fini di esportazione, e viceversa.
L’accordo è stato approvato dal Consiglio federale nella seduta del 17.12.2021.