Emozionato per il prestigioso riconoscimento, il regista spagnolo Pedro Almodóvar ha affermato davanti al grande pubblico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto – 7 settembre 2019): “Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con “L’indiscreto fascino del peccato”. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. È stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.
Pedro Almodóvar è nato a Calzada de Calatrava, nel cuore de La Mancha, negli anni ‘50. A diciassette anni se n’è andato di casa e si è trasferito a Madrid senza soldi e senza lavoro, ma con un progetto molto chiaro in testa: studiare cinema e dirigere film. Era impossibile iscriversi alla Scuola di Cinema, perché Franco l’aveva appena chiusa. Ma nonostante la dittatura che soffocava il Paese, per un adolescente di provincia Madrid rappresentava comunque la cultura, l’indipendenza e la libertà.
Ha iniziato la carriera come regista, in una Madrid appena uscita da 40 anni di una dittatura franchista. “Ho voluto raccontare – ha affermato – il cambiamento, la vita, la libertà anche sessuale”.
Noi l’abbiamo scoperto grazie al film “Tutto su mia madre” (1999) con il quale ha vinto il suo primo Oscar, per il Miglior film straniero. Dal 1980 ad oggi ventuno i film realizzati. L’ultimo di quest’anno “Dolor y gloria”.