Nel 2021, per la prima volta da quando l’Italia è un Paese di immigrazione, il numero degli stranieri residenti nel Lazio è calato, attestandosi a 618.142 persone, il 10,8% della popolazione complessiva (in Italia 8,5%).
La diminuzione è stata di 17.427 unità (-2,7%, in linea con la media nazionale) ed è effetto non solo del cambiamento di metodologia del Censimento, ma soprattutto della riduzione del saldo naturale (differenza tra nati e morti) e del saldo migratorio (differenza tra stranieri in entrata e in uscita dal territorio nazionale), effetti a medio termine della pandemia e delle sue conseguenze (inclusi rallentamenti e difficoltà nel perfezionamento delle pratiche di iscrizione anagrafica dovuti alla ridotta o più difficoltosa operatività degli uffici pubblici).
In crescita solo gli studenti stranieri dei gradi scolastici più alti, le nuove generazioni, i permessi di soggiorno di lunga durata, le imprese e le rimesse inviate nei Paesi di origine. Calano le nascite e le presenze nei primi due gradi di scuola.
È quanto emerge dall’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio. Diciottesimo rapporto, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS e dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” presentato nell’Aula Magna dell’ITIS Galileo Galilei a Roma.