L’edizione 2019 del Locarno Film Festival si è appena conclusa. E a trionfare con il Pardo d’oro è stato Vitalina Varela di Pedro Costa, dramma ambientato in Portogallo che segue la storia di una donna che da Capo Verde viaggia fino a Lisbona per il funerale del marito, arrivando a destinazione quando questo è già stato celebrato.
Tutti le dicono di tornare a casa, ma lei – che ha atteso quel viaggio per tutta la vita – decide di rimanere ed elaborare il lutto. Il film si è aggiudicato anche il Pardo per la migliore interpretazione femminile assegnato alla protagonista Vitalina Varela. A trionfare nella categoria maschile è stato invece Regis Myrupu per A Febre di Maya Da-Rin.
Il Premio speciale della giuria è andato invece a Pa-Go di Park Jung-bum, mentre ad ottenere il Pardo per la migliore regia è stato Damien Manivel per Les Enfants d’Isadora. Menzione speciale per Hiruk-Pikuk Si Al-Kisah di Yosep Anggi Noen e per l’italiano Maternal di Maura Delpero.
È difficile scegliere un momento per riassumere undici giorni di festival e lasciarli raccontare. 246 film e 432 proiezioni. Tanti elementi hanno reso il festival grande: il calore di Fredi M. Murer, lo spirito combattivo di Hilary Swank, l’interazione di SONG Kang-ho e BONG Joon-ho, la visione di Claire Atherton, l’esuberante temperamento di John Waters e lo spirito creativo di Enrico Ghezzi.
Inoltre, ci sono stati 9300 spettatori a Tarantino e Joseph Gordon-Levitt (7500) in Piazza Grande. E’ stato l’inizio della carriera da regista di Ginevra Elkann con Magari e la commovente fine con Tabi no owari sekai no hajimari di Kiyoshi Kurosawa (To the Ends of the Earth).
Al prossimo anno, Locarno.