5G. Un’altra ipoteca sulla nostra salute?

5gCorrelazione tra cancro e radiofrequenza. Lunedì 2 luglio convegno nazionale del Comitato Stop 5G a Trento.

Da più parti si leva un grido d’allarme per mettere in guardia verso il prossimo inserimento in radiofrequenza del 5G. Eh sì, siamo in una corsa perenne, tutto dev’essere veloce, abbiamo mille impegni, mille cose da fare ed avere la notizia una frazione di secondo prima di quella fornita dal servizio nazionale!
Ma non ci rendiamo conto che con la stessa velocità il nostro corpo rischia di ammalarsi. È stato provato da alcuni studi, tra cui il più evidente fatto al Ramazzini di Bologna dalla scienziata dottoressa Fiorella Belpoggio, che rileva un’aumentata correlazione tra cancro e radiofrequenza.
Il segnale si ferma a 4 /5 mm sotto la cute dove risiedono nervi e ghiandole le quali, essendo zone molto delicate rischiano delle trasformazioni e causare malattie.

LO STUDIO DELLA DOTTORESSA BELPOGGIO
Lo studio in questione è stato inviato al Ministero della salute e la Dottoressa Belpoggio è stata ascoltata due volte in parlamento, ma senza alcun esito.
Non si tratta di allarmismo, dichiara la scienziata, solo una richiesta di studi prima di immettere nuovi e più forti onde elettromagnetiche nell’etere.
Studio che concorda con quello fatto dal presidente dei medici siciliani, Toti Amato, durante la presentazione del progetto pilota Stop-Phone, inserito nel Piano regionale di prevenzione dell’assessorato Salute della Regione siciliana.“
Negli studenti che fanno un uso smodato del cellulare – quindi sottoposti per lunghe ore alle radiofrequenze – si riscontra “disturbi di apprendimento e concentrazione, disturbi comportamentali soprattutto nei bambini, alterazione della pressione arteriosa, dei ritmi cardiaci, infarto e ictus in persone sempre più giovani, alzheimer ed epilessia”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha inserito i rischi legati all’uso dei cellulari tra i “cancerogeni possibili” e il Consiglio d’Europa ha giudicato un “potenziale pericolo” per la salute pubblica”.

CONTAMINAZIONE ELETTRONICA PIÙ BASSA
Quindi, in controtendenza a quanto la nostra consumistica società industriale ci vuole somministrare, il Presidente Amato, è giunto ad una conclusione certa: le istituzioni devono intervenire con urgenza su più fronti, tecnologico, educazionale perché “è necessario ormai che le tecnologie abbiano valori di contaminazione elettromagnetica più bassi, compatibili con le esigenze biologiche e testate prima di essere commercializzate senza interessi industriali di parte. Questo è possibile incentivando una ricerca indipendente, basata sui risultati clinici già ampiamente disponibili, fermando nuove installazioni radiomobili, rivedendo i valori della telefonia domestica cordless e realizzando zone libere da contaminazione”.