30 milioni di euro per queste elezioni all’estero!

vignali_votazioniQuando in Italia alla fine degli anni ’90 è stato deciso il voto all’estero per corrispondenza gli elettori e le elettrici italiane erano 2 milioni. Si pensava che i flussi emigratori fossero finiti, invece dopo 20 anni la platea elettorale è arrivata a 4,8 milioni. Un lavoro enorme per i consolati. Spesi tra 25 e 30 milioni di euro per queste elezioni 2022.

La legge per il voto degli italiani all’estero per corrispondenza è di 20 anni fa, quando gli elettori e le elettrici erano 2 milioni. Ora sono diventati quasi cinque milioni. Un lavoro enorme per gli uffici consolari e sicurezza del voto più a rischio.

Su questi temi si è tenuta una conferenza stampa al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie del MAECI.

La Farnesina sta facendo il possibile, ha affermato Luigi Maria Vignali, attraverso il braccio operativo della rete diplomatico-consolare, “sensibilizzando i connazionali tramite campagne comunicative e l’utilizzo di testimonial d’eccezione, colpendo chi trasgredisce e ingegnandosi per eliminare possibili brogli con geolocalizzazioni o cercando di “pulire” i “granelli di sabbia che inceppano la macchina operativa”.

Un esercizio difficile. In meno di 10 mesi gli italiani all’estero hanno votato per 3 volte, per l’elezione dei Comites, per il Referendum e adesso per le elezioni politiche. E, i problemi e criticità rilevate sono state poche e prese in esame. Uno di questi casi è rappresentato dal voto per il Comites di Zurigo, sul quale la Corte di cassazione si esprimerà definitivamente nei prossimi giorni.

Restano casi di invio di schede a persone decedute. Ecco perché è necessario che i connazionali aggiornino e segnalino decessi e modifiche, poiché non possono bastare solo gli accertamenti della Farnesina fatti assieme all’INPS (verificati oltre 288 mila “esistenze in vita”).

Ricordiamo che quest’anno lo scrutinio non si svolgerà solo a Roma, ma anche a Napoli, Milano, Firenze e Bologna. Questo cambiamento è dovuto alla crescita continua del corpo elettorale che “fa sì che non possono essere scrutinate da una sola Corte di Appello”. I plichi arriveranno a Roma tutti tra il 23, il 24 e il 25 settembre, poi verranno trasportati nelle varie sedi di scrutinio.

Particolari problemi non stanno sorgendo né in Russia né in Ucraina, dove il numero dei connazionali è di poche entità. Anche lo scrutinio “non essendo lo scrutinio tutto concentrato a Roma, dovrebbe comportare meno tempo”.

Sembra, al momento, tutto sotto controllo.